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Decreto crescita-bis: nuove modifiche alla disciplina dei servizi pubblici


E’ stato pubblicato sulla G.U. n. 24 del 19 ottobre 2012 il d.l. 179/2012, concernente “Ulteriori misure urgenti per la crescita del Paese” entrato in vigore il giorno successivo (20 ottobre2012).

Il decreto contiene numerose disposizioni volte a favorire la crescita, lo sviluppo dell’economia e della cultura digitali, attuare politiche di incentivo alla domanda di servizi digitali e promuovere l’alfabetizzazione informatica.

Una delle principali novità di interesse per gli enti locali è contenuta nell’articolo 34 che interviene nuovamente in materia di servizi pubblici locali.

Tale disposizione prevede che per i servizi pubblici locali di rilevanza economica, l’affidamento sia effettuato in base ad una specifica relazione contenente le ragioni della scelta effettuata, il rispetto dei requisiti comunitari circa la forma selezionata, la definizione degli obblighi di servizio pubblico, nonché le eventuali compensazioni, da pubblicare sul sito dell’amministrazione interessata, riproducendo una parte dell’articolo 4 del d.l. 138/2011, dichiarato incostituzionale dalla Corte Costituzionale con la sentenza n. 199/2012.

Tale norma stabilisce anche che tale relazione debba essere redatta anche per gli affidamenti in essere al 20 ottobre 2012 e pubblicata sul sito dell’ente entro il 31 dicembre 2013.

La relazione inoltre dovrà essere predisposta prima di ogni nuovo affidamento, anche se effettuato tramite gara, in quanto atto propedeutico all’attivazione della procedura stessa.

Inoltre, è stato modificato nuovamente l’articolo 3-bis del dl 138/2011, disponendo che i servizi pubblici locali a rete di rilevanza economica siano affidati “unicamente” dall’ente d’ambito o di bacino, a prescindere da qualsiasi considerazione economica, sociale e del contesto di riferimento (non considerando situazioni locali di effettivi disservizi, contenziosi con il gestore, inerzia delle Regioni nella definizione degli enti di governo degli ambiti, ecc.).

Infine, il decreto ha disposto l’abrogazione delle modifiche introdotte all’articolo 4 del d.l. 138/2011 (introdotte dalla legge di conversione al d.l. 83/2012, entrata in vigore dopo che la Corte Costituzionale aveva già sancito l’illegittimità costituzionale di tale disposizione).

 

 


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