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Avcp: illegittime le clausole del bando che privilegiano le imprese locali


E’ illegittimo il bando di gara nella parte in cui prevede l’attribuzione di un sub-punteggio in relazione ad elementi legati alla provenienza territoriale, con effetti discriminanti in sede di valutazione delle offerte e non attinenti alle reali esigenze di esecuzione del contratto.

Questo quanto chiarito dall’Avcp, nel parere 15/2013, con il quale ha risposto all’istanza presentata da una associazione che aveva contestato la legittimità della lex spexialis di gara per l’affidamento dei lavori urgenti di ripristino e consolidamento delle pendici rocciose insistenti sulla viabilità pubblica, da aggiudicarsi con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa.

In particolare, l’associazione contestava l’attribuzione di 10 punti su 70 alla voce “localizzazione del concorrente, ubicazione di depositi e siti produttivi utilizzati per lo svolgimento dei lavori in argomento”.

L’Avcp ha ribadito che “i contestati criteri, pur non costituendo un’immediata barriera all’accesso alla procedura selettiva, possono determinare un ingiustificato favor per le imprese che svolgono la loro prevalente attività nel territorio e devono giudicarsi, per tale ragione, illegittimi”.

Pertanto, le stazioni appaltanti non possono inserire nei bandi di gara clausole che riconoscano una qualche preferenza alle imprese operanti sul territorio di riferimento, in quanto non conformi ai principi sanciti dal Trattato CE e richiamati dall’articolo 2 del Codice di contratti pubblici, con particolare riferimento ai principi di libera concorrenza, parità di trattamento, non discriminazione, trasparenza e proporzionalità.

A tal proposito, si ritiene utile evidenziare che il Tar Sicilia, Catania, con la recente sentenza n. 1400/2013, ha stabilito, invero, che non costituisce violazione dei principi costituzionali che impongono la massima partecipazione alle procedure di scelta del contraente la decisione della p.a. di invitare soggetti provenienti da un certo territorio, laddove la prestazione richiesta risulti più efficace se svolta da un operatore che risiede nella stessa zona dell’utente (nel caso di specie consistente nell’attività socio-assistenziale fondata sul sistema dei voucher) e tale possibilità sia prevista dalla legge regionale.

 


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